lunedì 5 febbraio 2007

la depressione come "malattia sociale" e "scandalo della medicina"

La depressione e l'ansia costituiscono un importante problema di salute pubblica, in quanto malattie diffuse ma troppo spesso non diagnosticate e quindi neanche adeguatamente trattate. La Fondazione IDEA fa in modo che più gente possibile ne sia informata e divenga consapevole che i rimedi esistono: ansia e depressione sono un "male oscuro" solo per chi non le conosce.
La depressione può colpire chiunque. Purtroppo, nessuno può considerarsi al riparo. Del resto, basta guardare le statistiche: nel corso dell'esistenza circa 1 donna su 4 e 1 uomo su 10 subiscono almeno un episodio di depressione in senso clinico. Si stima che oggi, in Italia, 5 milioni di persone soffrano di depressione e 3 milioni di persone soffrano di disturbi d'ansia. Eppure, ciascuno di loro si sente solo e ritiene che non esista una via d'uscita. Invece la psichiatria moderna afferma che, con un'adeguata diagnosi e opportuni trattamenti, nell' 80 per cento dei casi si ha una remissione completa o un netto miglioramento dello stato depressivo. Ai farmaci, sempre più efficaci, talvolta va abbinata una psicoterapia. Si tratta, dunque, di rendere operative queste conquiste attraverso l'informazione, rivolta agli operatori del settore e alla gente.
L'intento di IDEA è che diventi normale rivolgersi in tutta tranquillità allo psichiatra e che ogni città disponga di centri specializzati. Gli ostacoli più difficili da superare in questo senso sono senza dubbio l'ignoranza e la disinformazione che generano numerosi pregiudizi. I più comuni: scambiare la malattia per un dramma esistenziale o un problema esclusivamente psicologico, ad esempio, o ritenere che l'unica terapia giusta sia farsi forza e reagire oppure aspettare che passi.
Si può parlare di un vero e proprio "scandalo della medicina". Secondo l’ Organizzazione Mondiale della Sanità sei casi di depressione su dieci non vengono diagnosticati come tali dai medici; e inoltre, solo la metà dei 40 su 100 che vengono identificati come depressi vengono trattati in modo adeguato. E agli altri, che cosa dà il medico? Parole forse, consigli ("esci, scuotiti"), o false rassicurazioni: "passerà". Ma anche a quanti vengono curati spesso non sono prescritte le terapie adeguate, le dosi giuste e per i periodi occorrenti. La conseguenza è che, alla fine, soltanto il 18 per cento dei depressi riceve una terapia appropriata. Una percentuale davvero bassa per una malattia che, per i disagi e disturbi che provoca, è stata classificata equivalente a una malattia cardiaca e più invalidante del diabete, dell'ipertensione, dell'artrite o dei disturbi polmonari.
La depressione è una malattia che comporta un rischio per la vita elevato. Secondo le statistiche, il 15 per cento di coloro che soffrono di disturbi gravi dell'umore e che non seguono una terapia adeguata può arrivare al suicidio. Non va dimenticato un altro prezzo che si paga alla depressione: è il suo costo economico e sociale fatto di giornate di lavoro perse a causa del disturbo, veramente invalidante, e delle sue conseguenze sulle relazioni interpersonali, delle sofferenze dei nuclei familiari, degli atti auto-lesivi.
In Italia, è stato stimato un costo socio-economico intorno ai 5.000 miliardi di euro in un anno.
Per aumentare la consapevolezza sul problema della depressione e dei disturbi d'ansia, IDEA conduce un'attività di sensibilizzazione dell’opinione pubblica riguardo la gravità della depressione e la possibilità di guarire cercando di creare una coscienza sociale intorno al problema, per liberare così le persone depresse dai sentimenti di colpa provati nei confronti di una malinconia che è invalidante ma che spesso essi vivono come propria incapacità a reagire.
IDEA favorisce perciò la prevenzione e la diagnosi precoce attraverso corsi di informazione alle varie categorie professionali a contatto con i giovani, organizzando, tramite il "Progetto scuola", corsi nelle scuole per docenti, discenti e genitori per far comprendere che un problema d'ansia e di depressione non riconosciuto negli adolescenti può portare alla tossicodipendenza. IDEA prevede di portare anche nelle carceri il proprio aiuto (nelle quali c'è una percentuale di condannati che sono stati portati a commettere atti illegali in conseguenza della loro patologia dell’umore, oppure che hanno sviluppato una depressione in concomitanza con il regime carcerario) e di portare avanti un progetto mirato allo studio e al trattamento dei disturbi dell'umore nelle donne - visto che la maggior parte delle persone che soffrono di depressione sono, appunto, donne - come la depressione post partum e i problemi legati all'insorgere della menopausa.
Il Comitato Scientifico di IDEA stimola l'aggiornamento dei medici di medicina generale e dei giovani psichiatri finanziandolo con propri fondi e premia le ricerche più promettenti e direttamente finalizzate alla cura del paziente favorendo e sostenendo quei temi di ricerca (sul rapporto tra la depressione e il rischio di tossicodipendenza, ad esempio, o sulla tollerabilità dei farmaci) che possono consentire un immediato aiuto al malato.
IDEA è strutturata in “comitati” territoriali coordinati da un responsabile, da un referente scientifico (psichiatra) e da un supervisore dei Gruppi di Auto Aiuto. Vi sono poi i volontari; alcuni di loro rispondono al "telefono amico", altri, mediante opportuni corsi di formazione, assumono il compito di coordinare a guidare la conversazione all'interno dei Gruppi di Auto Aiuto, che si basano sul principio della solidarietà e del supporto emotivo. Per entrare nei Gruppi di Auto Aiuto, in seguito alla telefonata, si fissa un colloquio e si risponde a un questionario. Le risposte al questionario vengono quindi valutate da una equipe scientifica di consulenti (psichiatri e psicoterapeuti) i quali devono stabilire se l'attività dei Gruppi è in quel momento adatta alle condizioni del richiedente/paziente. I GAA si incontrano settimanalmente, sono coordinati da due facilitatori e composti al massimo da una ventina di fruitori; a volte, ci si incontra anche a scopo ricreativo, per stimolare verso attività piacevoli chi stesse passando un periodo di isolamento particolarmente grave.
Per fare in modo che un'iniziativa così importante si realizzi, occorrono adeguati mezzi finanziari. IDEA raccoglie i fondi che le consentono di funzionare sia tramite proprie iniziative di found raising (tornei di burraco, vendita di uova di Pasqua, ecc.), sia tramite una quota associativa versata dai volontari sia, dal 2006, tramite la raccolta del cinque per mille. A volte riceve delle donazioni bancarie, a volte aiuti e facilitazioni da parte delle Istituzioni nel caso dell'organizzazione dei suoi corsi di formazione.
Sono questi fondi che consentono a IDEA di: stampare e inviare a chiunque
IDEANOTIZIE, il trimestrale di informazione che contiene aggiornamenti scientifici, testimonianze e informazioni sulle attività dell'Associazione; creare opuscoli-guida utili per il paziente e per la sua famiglia; inviare materiale informativo a chiunque ne faccia richiesta; organizzare i corsi di formazione per i facilitatori dei Gruppi di Auto Aiuto; favorire corsi di formazione per giovani psichiatri che operano nelle strutture pubbliche e di varie altre categorie professionali che operano a contatto con i giovani, nonché corsi di aggiornamento per medici di base; istituire borse di studio per giovani specializzandi o ricercatori; assegnare premi per le ricerche più interessanti.
Nei tredici anni della sua esistenza, IDEA ha realizzato molto ricevendo anche importanti incoraggiamenti e riconoscimenti da parte istituzionale: fa parte della Consulta Nazionale che elargisce pareri alle Commissioni parlamentari che redigono le leggi sulla salute mentale, è regolarmente invitata alla Giornata nazionale della salute mentale che si svolge ogni anno il 5 dicembre; è ora entrata in un programma sperimentale coordinato dall'Istituto Superiore di Sanità volto a valutare e incentivare l'efficacia dell'azione dei Gruppi di Auto Aiuto.
Ma ha bisogno di sedi adeguate, che non siano scuole e soggette ai ritmi scolastici (e quindi alla chiusura pomeridiana, che sfavorisce chi lavora, o le chiusure estive e quelle dovute alle vacanze, periodi in cui peraltro, chi soffre di depressione spesso si aggrava perché si ritrova ancora più solo); ha bisogno di aumentare la propria attività e quindi formare un maggior numero di volontari e di diffondersi sempre più capillarmente sul territorio, in modo da facilitare la frequentazione da parte di persone sofferenti che spesso esitano a uscire e ad allontanarsi troppo da casa.
Ha quindi bisogno di farsi conoscere, di continuare ad avere la forza economica e le opportunità istituzionali di continuare a formare e informare e portare avanti i propri scopi perché i tanti che hanno bisogno di aiuto sappiano che l'aiuto c'è, e non si sentano finalmente più soli. Per questo desidera e accoglie la collaborazione e l'aiuto di quanti riconoscano la bontà della sua funzione e ne condividano le finalità.