lunedì 5 febbraio 2007

Malori

In una sua memorabile battuta, Woody Allen aveva fatto dire a un suo personaggio: “Dio è morto, Marx è morto e anche io non mi sento tanto bene”. Quello che faceva ridere, ovviamente, era la non commensurabilità tra Dio, Marx e il personaggio del film ed è altrettanto ovvio che non c’è paragone tra il morire e il non sentitisi tanto bene, ma abbiamo avuto una chiara dimostrazione di quanto ciò si destabilizzante, quando a sentitisi male è una personalità politica del calibro di Silvio Berlusconi.
Ho trovato l’attenzione quasi spasmodica dedicata al malessere che, nel marzo 2006, ha colpito il Presidente di Forza Italia da parte del telegiornale, in diretta, mi è sembrata molto invadente. Un po’ come il volteggio del condor che vuole arrivare per primo alla polpa, alla notizia cospicua, alla morte in diretta, mentre invece si trattava “solo un malore”, come i responsabili della comunicazione di Forza Italia andavano ripetendo. Allora, visto che era solo un malore, il giorno dopo l’humour popolare ha scherzato sulla simulazione, sulla teatralità dell’atto di Berlusconi che, mentre si accasciava mollemente all’indietro, come una diva degli anni del muto, controllava con gli occhi semichiusi l’effetto dell’evento di cui si stava rendendo protagonista sugli astanti. Un tipo di humour che denotava la voglia di esorcizzare un evento temuto.
Perché poi si è arrivati a discutere di quello che realmente inquietava tutti: che succederebbe se Berlusconi non ci fosse più, ossia dovesse abbandonare la politica per motivi di salute? Il vignettista Vincino ritraeva allora un Prodi che pregava Silvio di resistere, o lui sarebbe crollato. Mirabile sintesi: se il popolo della destra perdesse il suo leader unico e insostituibile, il centrosinistra resterebbe compatto? Certo che no. Ma il centrodestra stesso sta mettendo in discussione la leadership di Berlusconi. Lo vediamo benissimo: Casini vuole smarcarsi e mira a costituire un centro alternativo al centrodestra, Fini aspira al delfinato del centrodestra ed probabilmente è più presentabile di Bossi (anche lui malato e insostituibile) ma certo non potrà mai godere della stessa popolarità di chi si è messo, lui, in prima persona, come “politico nuovo” a capo di un “popolo nuovo”. E’ chiaro che molta parte di chi vota Forza Italia vota Berlusconi, perché quando il Cavaliere personalmente non si presenta o non scende in campo (lo abbiamo visto alle recenti elezioni locali) il suo partito patisce, perde consensi. Nella storia della politica delle facce che hanno preso il posto degli apparti di partito, Berlusconi è un ulteriore passo rispetto a Craxi. Craxi mise la sua faccia e il suo carisma trascinante a servizio di un partito dal passato glorioso ma in calo di consensi e li recuperò a sinistra e nel centrosinistra laico, portando il vecchio partito di Nenni oltre il 10 per cento. Poi la magistratura aprì la stagione di Mani Pulite e sappiamo com’è andata a finire: Craxi se n’è andato in Tunisia, e le ultime immagini ce lo mostrano esiliato e molto malato, col diabete che gli stava demolendo gli arti inferiori. Il Psi non si è mai ripreso, il craxismo è morto, ma è sceso in campo Berlusconi e la palla della politica italiana ha continuato a rotolare.
Il malore di Berlusconi ci ha ricordato che i nostri leader (a differenza dei segretari del partito comunista sovietico, che venivano imbalsamati anche in vita e tenuti in piedi ad assistere alle parate militari nonostante l’evidente rigor mortis) non solo non mortali, ma a volte possono sentirsi non tanto bene. E allora, che succederà? Siamo in grado di fare qualcosa? La sinistra chiede un nuovo leader perché altrimenti sa che se non sarà più unita nell’”anti qualcuno”, si smembrerà in tanti pezzi. Ma c’è un “altro leader”? C’è un prossimo Craxi, un prossimo Berlusconi, qualcuno che possa compattare la destra “pro” e la sinistra “contro” di sé? In mancanza di costui, perderebbe senso anche il bipolarismo. I partitini nati per fare l’ago della bilancia, le micro alleanze elettorali che poi non reggono alla prova dei fatti… tutte cose da rivedere. E’ veramente arrivata l’ora di eliminare tutta questa suspence dando vita a un terzo schieramento moderato e laico che assicuri la stabilità futura.

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